Matteo Rolli. Donato Stella. Valentino Ferri detto "il Papa", Nunzio Fiore. E poi il "Canneto", il ristorante "Ricciardi". Nomi comuni, certo, luoghi quasi privi di significato, eppure nelle trame dei racconti di Emanuele Kraushaar (Roma 1977) assumono una valenza particolare, una ricchezza evocativa, un loro peculiare simbolismo. Sarà per via del lago, quell'onnipresente specchio d'acqua così sereno, calmo, placido, in perenne contrasto con il vissuto e le vicende dei suoi frequentatori. Quel lago che è presenza costante, "convitato d'acqua" nei racconti di Kraushaar: un lago che, più che luogo di svolgimento dell'opera, è stato d'animo, filosofia di vita. Un lago che c'è: nelle vacanze, nei weekend, in fuga dalla Roma più tentacolare, nel bisogno impellente di uscire di casa, anche quella nel paese più piccino, dove i dedali di viuzze e di emozioni cercano di districarsi sulle rive. "Tic" (Atì Editore) è il primo libro di narrativa di Kraushaar, un'ottantina di racconti brevi, scritti "bonsai" che conquistano il lettore in modo singolare. L'autore non colpisce per lo humour sfrenato, l'eros spiattellato o le rivelazioni dei fondali più oscuri della sua psiche: eppure tutto questo c'è, poiché l'autore ha scavato a fondo dentro di sé, tirando fuori raccontini lontani dalla bizzarria e dal surrealismo, ma imbevuti di un realismo quasi magico. Storie di tutti i giorni che assumono una valenza universale e personale al tempo stesso. E' una scrittura che conquista perché lascia spazio al lettore, portandolo per mano nel suo mondo e facendogli concludere le sue storie. In questo senso ricorda l'approccio di un pittore come Frank Auerbach: questo ritrattista amava dipingere solo le teste, affinché il resto del corpo fosse il frutto dell'immaginazione creativa di chi osservava. E' così anche per Kraushaar: i suoi racconti non sono affatto incompiuti o incompleti, hanno una struttura, un filo logico, un sottilissimo humour che talvolta esplode in sarcasmo, eppure lasciano l'amaro in bocca, tanto da scatenare la fantasia del lettore. "Tic" è ora presentato attraverso un jazz-reading: "Tic & Jazz" con musiche di Ivan Vicari e la voce di Massimo Onesti, uno spettacolo suggestivo che dà una forma tutta particolare alla lettura dei racconti.