In un sabato come tanti altri, il protagonista inizia uno strano duello con un alter ego molesto e incalzante che lo costringe a ripercorrere la propria vita e farne, suo malgrado, un bilancio. L’auto-analisi spietata, a partire dal trauma della morte della madre cui il bambino assiste e di cui si sentirà colpevole tutta la vita, non lascia respiro e quiete a Bruno Alter. Ma non basta, altri personaggi si affacciano nel suo teatro domestico. Mai una solitudine è stata così affollata: Bruno e Alter non smettono di vivisezionarsi a vicenda, quando uno gnomo dispettoso si affaccia dalla cima dell’armadio. Seguono i fantasmi silenziosi della madre e delle nonne, l’ombra di un padre ammirato e il fantasma, molto presente e vivace, del nonno paterno del quale il protagonista porta il nome. Con una scrittura incalzante e coinvolgente, Dario Arkel ci consegna il libro della maturità, trascinandoci nella storia di un uomo qualunque profondamente radicato nelle sue radici ebraiche, che non ha mai superato il dolore del lutto insanabile subito nell’infanzia. L’ebraismo di Bruno stringe questa confessione esistenziale in un rituale che sospende il tempo, ma che non sa portare né riconciliazione, né perdono. Il bambino che è stato non ha appreso la grammatica dell’amore e l’uomo adulto è incapace di amare una donna, pur essendo sempre innamorato dell’amore e delle passioni. Nel tempo stretto di questo lucido delirio a più voci, troviamo conferma dello stile e dell’originalità di uno scrittore italiano che dell’Italia sa esplorare le molteplici dimensioni esistenziali e umane, partendo dalle lontane origini della sua famiglia da Leopoli a Vienna sino alla Milano contemporanea.
Copertina ufficio grafico Atì
Immagine © Atì Editore
Anno 2010
Pagine 148
Euro 13
ISBN 978-88-89456-32-3