Siamo a Selvachiusa, immaginario paese di una immaginaria pianura che si eleva ver so alture misteriose, punteg giata di alberi, sentieri e case coloniche . Una di queste case si erge solitaria ai margi n i di un bosco, in cima a una collina. Un platano ha sfondato la vetrata al piano terra e regna nel soggiorno. La casa ha un unico abitante, Yuri l’ultimo reduce di un passato remoto dove la casa stessa era diventata la sede di una comune. Yuri è un sognatore, parla con la luna, il cui paesaggio – che lui immagina e guarda in vecchie foto ritagliate da una rivista – gli evoca il paesaggio della sua lontanissima infanzia che ha dimenticato, preda com’è di un’amnesia che gli confonde il pensiero e la lingua e sottrae la memoria. Nella confusione delle lingue che una brutta caduta gli ha dato in dono, lui ha creato una sua neo-lingua tanto inesistente quanto comprensibile, perché gioca su assonanze, lapsus, similitudini, proverbi e giochi di parole che nel corso di questa onirofarsa – così Bramati ha battezzato questa commedia farsesca e fiabesca – intessuta di sogno e poesia, raggiunge vertici di comicità irresistibile e inarrestabile e ci mostra come il nostro presente è un riverbero del passato e come la memoria sia alla fine, l’unica casa dove possiamo abitare.
copertina Clorinda Biondi – ufficio grafico Atì
Anno 2012
pagine 80
euro 13
ISBN 978-88-89456-54-5