Compendio è un romanzo di fatti e di pensieri. Racconta di un privilegio: il dialogo profondo tra un padre e un figlio. Con questa storia Arkel ci regala l'apparire di un inaspettato affresco sul muro di un remoto casolare della Pianura padana, sfogo improvviso di un'antichità che perpetua lotte di padri e figli, di attenzioni materne e vivide città di mattoni rossi. In questa metafora sta la sorpresa che ci coglie leggendo il riepilogo di fatti e pensieri che hanno costituito l'esistenza dell'ottantenne Amedeo, nativo di Bobbio, una volta giornalista e ora, per sua ammissione, professionista di un dolore definitivo. Amedeo redige in modo originale e sarcastico un Compendio dell'esistenza, accettando così di essere il ponte tra il '900, il secolo breve che non finisce mai, e il nuovo millennio annunciato da una manifestazione di massa brutalmente sedata a Genova nel 2001. Cresciuto durante gli anni del fascismo, giovanissimo sceglie di fare della propria gioventù qualcosa di straordinario: si unisce alla Resistenza in Val Trebbia, tra Genova, dove sta frequentando l'università, e Piacenza, contribuendo alla Liberazione d'Italia. La voglia di ricostruire, di dare un futuro diverso al proprio figlio, lo muove nel dopoguerra verso Milano. Ora tutto in lui dice sì alla vita e la vita sembra benvolerlo. Ma da militante comunista, finito lo stalinismo, vede ulteriormente naufragare l'ideale con l'invasione sovietica dell'Ungheria del 1956; la sua speranza in u n mondo migliore si assottiglia sempre più, mentre subdolo il germe dell'individualismo lo conduce via via a cambiare i termini della propria esistenza, fino a inaridirla. La separazione dalla prima moglie è un segnale di questo declino, il figlio Riccardo si sottrae all'eredità paterna e come p er opposizione abbraccia la lotta armata, il terrorismo rosso. Un padre troppo ingombrante quel partigiano, a suo modo troppo rigoroso quel figlio. Due vite che si rispecchiano testardamente una nell'altra senza mai lasciare indietro la scelta che segnerà per ciascuno la loro esistenza. Una storia italiana che ci racconta, con la scrittura appassionata e luminosa di Dario Arkel, le radici del nostro passato recente offrendoci una lettura impor tante e l'invito ostinato a non arrendersi, a continuare a ribellarsi, perché, come dice Amedeo: "mi ribello dunque sono".
Copertina Clorinda Biondi – ufficio grafico Atì
Immagine © Marina Montefusco
Anno 2012
Pagine 158
Euro 15
ISBN 978-88-89456- 57-6