Persona

Persona

Una antropologia filosofica nell'età della globalizzazione
Cartaceo

«L’uomo non è un’idea», ha scritto Albert Camus ne La peste. L’uomo, la donna – ogni «neo-nato» – è una persona. Persona è il soggetto in carne e ossa. È l’unità vivente di pensiero, esperienze, attività. Persona è relazione.

Persona è incomprimibile da parte di ogni totalitarismo storico e di nuovi egemonismi economicistici, perché è titolare di diritti inalienabili, individuali e sociali. E lo è se e in quanto si rispetta (o non si rispetta) la sua caratteristica fondamentale: la dignità. Specie oggi nella globalizzazione: il tumulto che ferisce i concreti vissuti degli uomini e delle donne nel mondo a causa della difficile integrazione fra differenti culture e stili di vita.

Persona ha una propria genealogia, qui riletta in Mauss, nel primo personalista dichiarato ossia Charles Renouvier, nei personalisti Mounier e Maritain, nei fenomenologi Husserl, Scheler, Paci, Merleau-Ponty. Nei comunitari americani Alinsky e Sennett, negli italiani Adriano Olivetti, Aldo Capitini, Angela Zucconi. Un possibile sviluppo nell’Europa di oggi è il socialismo comunitario.

Una antropologia filosofica contemporanea consiste infine nella riflessione sui due livelli del discorso. Il primo e più alto, la riproposta di ciò che Kant chiamò lo jus cosmopoliticum ossia un diritto e una giustizia globali. L’altro, quello «infimo», su cui Paul Ricoeur da filosofo ha richiamato la nostra l’attenzione: i «migranti».

anno 2015

pag. 140

euro 15

ISBN 978-88-89456-73-6