Lo sguardo e le stagioni, dunque: ovvero lo spazio e il tempo. Con queste categorie, modulate attraverso le rappresentazioni della natura, Annalisa Manstretta disegna quadri mobili, ne cattura le inquietudini più interne, lascia affiorare da sotto l’apparenza del bozzetto, della sua pennellata ora diretta, ora impressionistica, il piccolo, ma significativo affresco delle tensioni che rendono vivo ed essenziale il suo rapporto con il mondo dell’esperienza. Un mondo che «ha dentro gli occhi della gente e non ci vede». La descrizione non resta mai, in ogni poesia di questo libro, un tentativo fine a se stesso. Il cambio delle stagioni, l’apparizione di un animale o di una nuvola, l’accendersi di un tramonto, le fasi della luna compongono nel loro insieme una vera e propria fenomenologia della percezione visiva, dominata però dall’impossibilità, dalla chiusura, dalla mancata reciprocità tra l’osservante e l’osservato: una «solitudine corale». Lo sguardo, proprio laddove sembra abbracciare una porzione ampia di realtà, è già imploso nei territori ambigui delle metafore e dei simboli, guarda al propr io interno, retroflesso tra i fantasmi. Questi paesaggi non hanno for ma, simili alle nuvole cangianti che l’immaginazione legge come draghi; o meglio, la loro forma è il movimento, la metamorfosi, il superamento della forma stessa. Anche il tempo è invertito, non è quello convenzionale che procede dalla primavera: la rinascita, la rigenerazione non sono qui il punto di partenza, ma una tappa nel percorso alterno tra luce e ombra, tra giorno e notte .
dalla postfazione di Roberto Deidier
Copertina Clorinda Biondi – ufficio grafico Atì
Anno 2015
Pagine 88
Euro 15
ISBN 978-88-89456-75-0