Le anime del mondo fuggono di notte, ma non tutte riescono a non farsi riacciuffare dai carnefici che dovrebbero curarle nell’ospedale psichiatrico in cui sono rinchiuse. Un temporale fragoroso e un portone aperto segnano, la ritrovata libertà. Lisa, Gaia, Mayra e Sara diventano così delle moderne Supplici che fanno rivivere quelle messe in scena da Eschilo. Marco, che innaffia le piante e bada alla casa dell’amica scenografa Magda, che proprio a Parigi sta lavorando alla tragedia, ne diventa il volenteroso anfitrione e, anche se per poco tempo, offre loro una parvenza di normalità. Questo libro singolare di Danilo Bramati intreccia i fili della tragedia con quelli della commedia, la poesia con i monologhi teatrali non lasciando a nessuna di queste scritture la possibilità di prendere il sopravvento sulle altre. Come se tutte le storie, tutte le parole del mondo trovassero rifugio in queste pagine, Bramati affida a un ritmo scarno e incalzante il compito di incantare la mente del lettore.
dalla nota di lettura di Elena Petrassi